James Gandolfini è morto all’improvviso, a soli 51 anni, mentre era in vacanza a Roma, forse stroncato da un infarto. Era diventato famoso in tutto il mondo per la sua magistrale interpretazione di Tony Soprano, il boss mafioso della fortunatissima serie tv «The Sopranos» («I Soprano» in Italia), che gli è valsa la conquista di ben tre Emmy Award come migliore attore. E il destino ha voluto che la sua vita finisse proprio in Italia, lui nato in New Jersey da genitori italoamericani.
Il prossimo fine settimana era atteso al Festival del cinema di Taormina, dove doveva partecipare a una tavola rotonda insieme al regista Gabriele Muccino. La notizia della sua scomparsa è stata confermata dai suoi agenti Mark Armstrong e Nancy Sanders, che hanno espresso un immense dolore: «Lui e la sua famiglia facevano parte della nostra famiglia». Sconcerto anche alla HBO, l’emittente televisiva che ha mandato in onda per un decennio la serie cult: «Un’incommensurabile tristezza. Era un uomo speciale, un grande talento, che con il suo straordinario senso dell’umorismo, il suo calore e il suo rispetto, ha toccato molte persone».
Figlio di Santa, originaria di Napoli, e di James Joseph senior, nato a Borgotaro (Parma), James è arrivato al successo col ruolo di «padrino depresso» del New Jersey, interpretato dal 1999 al 2007 nei «Sopranos». Ma alle spalle aveva una lunga carriera cinematografica, iniziata nel 1992. Anche dopo la fine della popolare serie tv nel 2007, Gandolfini ha recitato in «Zero Dark Thirty» (2012), il film che racconta la caccia al leader di al Qaeda Osama Bin Laden, e «the Incredible Burt Wonderston» (2013), mai uscito in Italia. L’attore stava ora lavorando a una nuova serie della Hbo, intitolata «Criminal Justice». Sposato in seconde nozze con l’hawaiana Deborah Lin, lascia due figli, di cui uno avuto dalla prima moglie Marcy Wudarski.