Blog e libertà di stampa

Passi avanti si son fatti in Italia per quanto riguarda un tema così spinoso ed attenzionato come la libertà di stampa. Quanto più difficile con l’avvento dell’era digitale e la  proliferazione di blog su internet. I giornalisti e coloro i quali scrivono i loro articoli e le loro opinioni in rete sono stati da sempre attenzionati per evitare di incorrere in censure e querele. C’è ancora molto da fare per arrivare ad una piena libertà di stampa, specialmente nel nostro Paese, in confronto al resto d’Europa, ci sono molti interessi politici, econimici e commerciali che dettano, purtroppo, le regole della comunicazione giornalistica, e questo va a discapito della chiarezza e trasparenza dell’informazione.

 

Nell’ultima classifica pubblicata da “Reporter sans Frontieres” l’Italia si trova al 52° posto guadagnando parecchie posizioni in più rispetto allo scorso anno. Se parliamo del resto del mondo ci sono zone totalmente afflitte da questo problema, una per tutte la Corea del Nord  che si classifica ultima, facilmente intuibile per noi il motivo alla base di questa censura totale nei confronti dei giornalisti e dei mezzi di informazione che non siano quelli strettamente collegati e controllati dal regime totalitario della zona. Appare chiaro come il mondo dell’informazione e del giornalismo dipenda dal regime politico della zona d’origine, quanto più gli stati sono in guerra o in regimi totalitari quanto più è influenzato il pensiero giornalistico e la comunicazione pubblica.

 

Nel mondo occidentale con l’avvento della comunicazione digitale, virtuale, social network, blog in rete , si sono creati sempre più problemi riguardanti la trasparenza e la veridicità delle notizie diffuse in rete, problemi relativi al diritto di privacy, norme riguardanti la cyber-sicurezza. Per tornare alla comparazione con altri stati migliori del nostro ai primi posti ci sono quegli Stati che hanno una democrazia molto più evoluta e sviluppata, vedi Norvegia, Svezia  per esempio.

 

Avremmo bisogno di un sistema di leggi molto più avanzato, che regolamentasse una volta per tutte la libertà di stampa e di espresssione, tenendo conto dell’evoluzione della società e tenendo conto del rapporto personale che oggi ogni utente ha con i social media e di conseguenza con l’informazione. Onde evitare che la massa delle persone si affidi ad informazioni e notizie falsate ed elementari, proprio perchè facilmente raggiungibili e con scarso controllo sulle pubblicazioni, e soprattutto un sistema equo che permetta la neutralità della notizia e della diffusione di essa. In questo senso paesi che hanno già una regolamentazione che viene rispettata secondo il “common law”sono il Regno Unito, il Canada e l’Australia.

 

La libertà di stampa coinvolge una più complessa libertà “sociale” in quanto la pluralità delle voci e l’indipendenza delle notizie contribuisce a far si che i cittadini possano formarsi una coscienza comunicativa e farsi una propria opinione non veicolata da interessi pilotati di pochi gruppi politici, commerciali, così da formare un’opinione pubblica variegata ed attenta ai reali bisogni e problemi della società civile e politica. Questo quello che servirebbe perchè una società avesse un concreto equilibrio fra pluralità dell’informazione , trasparenza della notizie e tutela della propria privacy, per non arrecare danni ad personam e specialmente per garantire il formarsi di una solida opinione pubblica a tutela della democrazia.

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