E’ degli ultimi giorni la sentenza della cassazione per cui si stabilisce che dopo il divorzio il coniuge deve corrispondere all’ex-coniuge un assegno che gli serva per assicurargli l’autosufficienza economica e non come la precedente sentenza che sanciva un assegno di mantenimento che garantisse il tenore di vita familiare degli anni del matrimonio. Se poi viene accertato che il coniuge ha già un’indipendenza economica non si vedrà riconosciuto tale diritto. Questa la novità della sentenza della Cassazione che vede molti favorevoli ma anche tanti contrari.
A quanto pare anche se uno dei due coniugi è forte economicamente, l’altro non può vedersi riconosciuto nulla, perchè al massimo avrà un sostentamento finalizzato all’autosufficienza, questa viene valutata da una serie di parametri come possesso di unità immobiliari, possibilità effettiva di lavoro. Si capisce bene come questa sia stata percepita come un sentenza rivoluzionaria in quanto trasforma una clausola importante sul diritto di famiglia. Sul piano sociale questa sentenza ha degli importanti risvolti, in quanto non viene più percepito il matrimonio come “sistemazione” in base allo stile di vita della coppia, ma viene concepito effettivamente come un atto d’amore e basato sul percorso di vita insieme.
La questione rivoluzionaria della sentenza della Cassazione è che vede i due coniugi, uomo-donna, come perfettamente uguali come ruolo svolto nella società, questo va benissimo , è molto innovativo, però viene da pensare se poi nella società italiana attuale gli uomini e le donne siano messi effettivamente sullo stesso piano, sul lavoro, come possibilità di guadagno, la risposta è moto dubbiosa, quindi pare che di fatto questa sentenza abbia avvantaggiato molto di più il genere maschile. Sicuramente questa è una sentenza che avvicina l’Italia agli altri Stati d’Europa, dove però le donne hanno incarichi lavorativi importanti come quelli degli uomini e pari stipendi. Nulla cambia invece per quanto riguarda il mantenimento dei figli,ai quali invece deve essere mantenuto lo stile di vita familiare.
E’ chiaro come d’ora in poi anche le donne che non lavoravano e che conducevano uno stile di vita agiato, non per meriti propri, ma per la situazione economica del marito, dovranno diventare più individualiste ed assicurarsi una posizione lavorativa che le assicuri una condizione economica pari al marito. Strettamente legato al tema dell’assegno di mantenimento è la stipula dei contratti prematrimoniali, già molto diffusi in tutto il mondo, in modo da permettere ai coniugi di trovare la situazione economica più adatta e una soluzione a loro più idonea a decidere sul loro patrimonio.
Perchè al di la di tutto quello che non viene considerato nella sentenza della Cassazione è che in una famiglia ci sono dei casi in cui uno dei due coniugi, spesso la moglie, si sacrifica per il bene della famiglia e manda avanti il nucleo familiare col proprio lavoro, permettendo al contempo all’altro coniuge di lavorare più tranquillamente e di accrescere il proprio reddito, che finora era visto nell’ottica familiare invece ora ha un nuovo risvolto, quindi molte donne dovranno svegliarsi e trovare una situazione che consenta loro di vivere bene e di accumulare ricchezza nell’ottica di un eventuale divorzio. La sentenza pare abbia portato un’ondata letteralmente rivoluzionaria, sicuramente la Cassazione si pronuncerà anche in seguito per dare meglio atto della sentenza.