In Italia succede spesso cha ad ogni passo avanti, ovviamente, ne corrispondono due indietro, ed è proprio in questa direzione che è andata la mossa avventata del Governo che con il decreto Romani o “ammazza Rinnovabili” ha siglato un futuro di incertezza .
Sostanzialmente la proposta legislativa approvata dal Parlamento il 3 marzo prevede che le tariffe agevolate previste dal Conto Energia vengano applicate solo agli impianti che verranno allacciati alla rete entro il 31 maggio.
Questo vuol dire una sostanziale riduzione degli incentivi in corso e quindi conseguente paralisi dell’attività delle aziende.
Il settore delle rinnovabili è da pochi anni che ha iniziato ad espandersi e a creare un sistema e dei posti di lavoro che, però, con il Decreto Romano rischia di crollare per lasciare il posto alle aziende che lavorano sul mercato estero, sicuramente più attento e sensibile di quello italiano.
Contro il decreto Romani si sono scagliate i le associazioni di categoria (Assosolare, assoenergie future, Gifi ed Aper), le imprese del settore, le forze politiche di opposizione e di maggioranza, i sindacati e persino l’Unione Europea definendo incostituzionale il decreto, ma niente ha fermato il corso delle cose.
Ma alle imprese, che solo alcuni mesi fa avevano visto in questo settore una opportunità importante, le risposte chi le da?
Certamente il clima e l’instabilità di questi mesi non è un’ottima risposta, anzi!
L’unica certezza è il timore che ci saranno altre variazioni e ad altre sorprese!