Sono già trascorsi 40 anni da quando Greenpeace, una delle associazioni ambientaliste più importante e combattiva al mondo, è nata. Una lunga storia di lotte e attivismo votata al rispetto e alla salvaguardia del Pianeta e di tutti gli esseri animati e non che lo popolano.
Era il 15 settembre 1971 quando i primi ambientalisti si imbarcarono sul peschereccio Phyllis Cormack alla volta di Amchitka, nel Pacifico settentrionale, con lo scopo di protestare contro un imminente test nucleare sotterraneo Usa. L’azione non ebbe esito positivo, non si riuscì a boicottare il test e la bomba venne fatta esplodere il 6 novembre successivo. Fu però l’inizio di un grande movimento che avrebbe raggiunto molti e molti successi nel corso della sua esistenza. Grazie al gesto di quel ristretto gruppo di ambientalisti che ebbe ampia risonanza su tutta la stampa americana, quella fu infatti l’ultima bomba esplosa ad Amchitka.
Greenpeace venne fondata da quei coraggiosi uomini e da allora è cresciuta sempre più, basandosi su pochi basilari e fondamentali principi, ovvero indipendenza, creatività e non violenza. Le prime battaglie ebbero come obiettivo quello di impedire test nucleari e, in particolar modo, le spedizioni contro l’esercito francese videro il succedersi di momenti critici. Nel corso del tempo Greenpeace – che oggi ha tra le sue file sostenitori e attivisti provenienti da ogni parte del mondo – ha ampliato la sua attività focalizzandosi su ulteriori problematiche legate direttamente allo stato di salute della Terra: la difesa del mare, la protezione delle foreste, la lotta agli OGM e per un futuro senza sostanze tossiche, i cambiamenti climatici.
Tra i più importanti successi ottenuti il contributo dato per far approvare nel 1991 il trattato internazionale che protegge per cinquant’anni l’Antartide da esplorazioni petrolifere e minerarie, la messa al bando delle spadare, la moratoria internazionale sulla caccia baleniera, il divieto di sversamento di scorie nucleari in mare,la protezione di migliaia di ettari di foresta primaria.
Dopo decenni di azioni, lotte e vittorie, Greenpeace continua a coltivare gli obiettivi da raggiungere in futuro, primo fra tutti “spostare risorse dai Paesi occidentali a quelli emergenti, dove l’urgenza e la gravità di eventi atmosferici estremi si scontra con il colpevole disinteresse dei governi ancora troppo legati a combustibili fossili e fonti di energia dannose per il clima” perché “mai come nel 21esimo secolo l’unica pace possibile è verde: per evitare le guerre tra gli uomini bisognerà proteggere le risorse del pianeta”.