Qualche settimana fa Nature, una delle più importanti e prestigiose riviste scientifiche nell’ambito della comunità scientifica internazionale, titolava la sua copertina “Il Fattore Umano”. L’attenzione era rivolta ad una ricerca, condotta dall’Università di Edimburgo sotto la direzione dalla climatologa Gabriele Hegerl, volta a sottolineare il rapporto tra alluvioni sempre più frequenti e violente e il calore accumulato nell’atmosfera .
Dal 1990 fino ad oggi si è infatti calcolato che le grandi precipitazioni sono aumentate di 3 volte e mezzo. Sono un esempio del fenomeno l’esondazione del Danubio nel 2010 o le alluvioni che hanno colpito rispettivamente il Pakistan l’estate scorsa e l’Australia il gennaio passato. Come affermato dalla Hegerl “Possiamo dire con relativa certezza che la maggiore intensità delle precipitazioni dell’ultimo mezzo secolo non è frutto del caso”.
Sono state confrontate le precipitazioni che si sono susseguite negli ultimi 50 anni con le piogge che in linea teorica sarebbero avvenuto se le attività umane non avessero inciso sull’atmosfera a causa del “contributo” dato alla produzione di gas ad effetto serra. Seimila stazioni meteo hanno stimato che tra il 1951 e il 2001 nell’emisfero Nord le precipitazioni sono diventate sempre più violente anno dopo anno e, nello specifico, sono stati calcolati i valori massimi delle piogge sia in un arco di tempo di 24 ore che in uno di 5 giorni. In base ai dati storici raccolti complessivamente, dal 1951, i valori giornalieri delle piogge si sono innalzati nel 65% dei punti analizzati, mentre è del 61% l’aumento avvenuto nell’arco di 5 giorni.
Anche le compagnie assicuratrici sottolineano i disastrosi effetti causati dal maltempo: ad esempio, dal 1980 ad oggi, la Munich Re ha calcolato un incremento dell’11% di beni assicurati distrutti in caso di alluvioni e simili, parliamo in termini economici di ben 1.600 miliardi di dollari. Nel 2000 le compagnie assicuratrici hanno dovuto versare rimborsi per 1,5 miliardi di euro di danni in seguito alle inondazioni avvenute in Galles ed Inghilterra. Si è stimato che senza l’effetto negativo del riscaldamento globale la possibilità di alluvioni meno violente sarebbe stata del 20% circa.
Come scrivono i ricercatori coinvolti nel progetto “Il nostro studio è la prima conferma che l’aumento dell’intensità delle precipitazioni è legato al riscaldamento dell’atmosfera. Anzi, può darsi che abbiamo sottostimato l’andamento, e che in futuro dovremmo aspettarci eventi ancora più violenti”.