La Carta della Natura è un documento la cui adozione è stata favorita dall’azione del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP). Fu approvata il 28 ottobre 1982 a Montevideo e, come si evince dal suo Principio 1, diffonde la concezione per cui l’ambiente e la natura sono da considerarsi un tutto indivisibile i cui processi ecologici essenziali vanno rispettati e non alterati. La Carta, giuridicamente non vincolante, è stata redatta in termini declaratori e con un linguaggio generale, che ha chiaramente ridotto la probabilità che in tutto, o anche solo in parte, si potesse cristallizzare in norme di diritto consuetudinario.
La Carta mondiale della natura è uno strumento dichiaratamente ecologico e che non delinea connotati antropocentrici; difatti laddove altri documenti simili adottati dall’ONU presentavano come finalità la salvaguardia nell’ambiente a beneficio dell’umanità, essa sottolinea invece la necessità della protezione della natura come fine a sé stante.
L’adozione della Carta è stata fortemente supportata dai Paesi in via di sviluppo, stabilendo così un cambiamento di rotta rispetto alla riluttanza che molti dei paesi avevano mostrato dieci anni prima a Stoccolma (1972) per la politica ambientale internazionale. Pur essendo priva di forza obbligatoria rispecchia una certa importanza da un punto di vista simbolico perché riflette il tentativo tra le nazioni di voler raggiungere un grado di armoniosità e sostenibilità più elevato tra l’umanità e il resto della biosfera, tra il genere umano e la terra. Infatti diversi dei principi enunciati nel documento sono ora riscontrabili in alcuni trattati, anche solo come esempi di una condotta etica.
Per quanto riguarda i contenuti, la prima sezione è relativa ai “Principi generali” che si richiamano al rispetto della natura e ai suoi processi essenziali: salvaguardare gli habitat e assicurare la sopravvivenza a tutte le forme di vita. La seconda sezione, dedicata alle “Funzioni”, ha un’impronta più pratica infatti richiama l’attenzione sul fatto che nella pianificazione e attuazione delle attività di sviluppo, la conservazione della natura deve essere considerata parte integrate dell’attività stessa. Infine l’ultima sezione della Carta, relativa all’”Esecuzione” dei principi e delle funzioni, fa leva sul fatto che i suoi principi dovrebbero avere un riscontro nel diritto e nelle azioni di ogni Stato tanto a livello nazionale quanto internazionale.
Complessivamente la Carta Mondiale della Natura del 1982 è la prima dichiarazione che vuole stimolare lo sviluppo di un’etica ambientale globale sottolineando il rispetto della natura come principio fondativo della salvaguardia ambientale orientata al raggiungimento del benessere sebbene non tratti le connessioni tra il degrado ambientale e la povertà e l’uguaglianza dello sviluppo umano.
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