Il Science Centre, il museo della scienza interattivo e multimediale del Friuli Venezia Giulia, organizza un incontro pubblico per la presentazione del nuovo libro di Charles Fishman “La grande sete”, il 12 maggio alla Casa della Musica, per parlare di acqua, dell’uso che ne facciamo e che dovremmo farne.
L’acqua è una, sempre la stessa, che circola sulla Terra da quattro miliardi di anni: la stessa che bevevano i dinosauri e che compone per tre quarti il nostro organismo. Eppure tanti sono gli usi che se ne possono fare e tanto diversi gli atteggiamenti con cui ci approcciamo ad essa.
Giovedì 12 maggio, alle ore 18.00 alla Casa della Musica a Trieste, a raccontare il suo di approccio sarà Charles Fishman, pluripremiato giornalista d’inchiesta che, affiancato dal giornalista scientifico Fabio Pagan, presenterà il suo nuovo libro La grande sete. L’era della scommessa sull’acqua (Egea, 2011), dedicato proprio al tema dell’acqua, della sua disponibilità e del suo sfruttamento.
L’incontro è organizzato dall’Immaginario Scientifico, in collaborazione con la casa editrice Egea, l’associazione Ascissa e la Casa della Musica.
In Italia è ancora poco diffusa la pratica del servire a tavola l’acqua di rubinetto, benché più economica e sottoposta a maggiori controlli, pratica diffusa invece negli Stati Uniti, dove l’acqua in bottiglia viene bevuta perlopiù fuori casa, per la sua praticità, o come status symbol. Tutti i paesi industrializzati sono tuttavia concordi nell’utilizzare acqua potabile per gli scarichi dei bagni.
Diversamente da altre risorse preziose, l’acqua non può esaurirsi, una volta utilizzata rientra nelle riserve da cui la attingiamo, ma non sempre è possibile (o conveniente) decontaminarla a tal punto da renderla di nuovo potabile. L’acqua, la sostanza più importante per la nostra vita, è al tempo stesso una delle più svalutate e quella la cui disponibilità tendiamo più facilmente a dare per scontata.
A un mese dal referendum sulla privatizzazione dell’acqua, Charles Fishman accompagna i lettori in un affascinante viaggio che partendo proprio dall’Italia, fa tappa sulle lune di Saturno, negli hotel di Las Vegas in cui i delfini nuotano in pieno deserto, prosegue verso le risaie dell’arido entroterra australiano, fino a un ipertecnologico impianto IBM in cui si produce un’acqua tanto pura da essere tossica.
L’età dell’oro (blu) in cui consideravamo l’acqua una risorsa illimitata, sicura e gratuita è ormai finita. Al suo posto si apre una nuova era di scarsità in cui avremo bisogno di usare l’acqua in modo più intelligente: un’era in cui l’effettiva mancanza d’acqua e le limitazioni non dovranno inaridire il nostro stile di vita, ma potranno aprire la strada a ripensamenti sui consumi e magari alla possibilità di individuare nuove fonti finora inesplorate.
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