Anche se ha ottenuto meno attenzione dei media, gli effetti dell’aumento delle emissioni di gas ad effetto serra (in particolare di anidride carbonica) sugli oceani potrebbero essere significative. Come ha spiegato l’agenzia statunitense, la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), la chimica di base di acidificazione degli oceani è sufficientemente compresa.
Questi sono i tre concetti principali:
1)Più CO2 nell’atmosfera significa più CO2 nell’oceano;
2)CO2 atmosferici si dissolvono nell’oceano che diventa più acido e
3)i cambiamenti risultanti nella chimica degli oceani distruggono la capacità delle piante e degli animali in mare di fare gusci e scheletri di carbonato di calcio, mentre conchiglie già formate si dissolvono.
Gli scienziati hanno scoperto che gli oceani sono in grado di assorbire parte di CO2 in eccesso rilasciata dalle attività umane. Ciò ha contribuito a mantenere il pianeta più freddo di quello che altrimenti avrebbe potuto essere qualora questi gas fossero rimasti nell’aria. Tuttavia, dall’eccesso di CO2, essendo assorbito, dipende anche l’acidificazione degli oceani: quando CO2 reagisce con l’acqua produce un acido debole chiamato acido carbonico che cambia la chimica dell’acqua di mare. Come il rapporto Global Biodiversity Outlook spiega, l’acqua è circa del 30% più acida rispetto al periodo pre-industriale, riducendo gli ioni carbonati.
Inoltre,come scritto nel rapporto: “le concentrazioni di ioni di carbonato sono ora inferiori rispetto qualsiasi altro momento durante gli ultimi 800.000 anni. Gli impatti sulla diversità biologica oceanica e sul funzionamento dell’ecosistema saranno probabilmente gravi, anche se la tempistica precisa e la distribuzione di questi impatti sono incerti”.
Anche se milioni di anni fa i livelli di CO2 erano più elevati, il cambiamento di oggi sta avvenendo rapidamente, dando a molti organismi marini troppo poco tempo per adeguarsi. Per esempio alcune creature marine – che svolgono un ruolo cruciale nella catena alimentare e nella biodiversità dell’ecosistema – stanno sviluppando gusci o scheletri sempre più sottili.
Alcune specie possono beneficiare del biossido di carbonio in più, e qualche anno fa scienziati e organizzazioni hanno costituito il European Project on Ocean Acidification, per cercare di capire e valutare gli impatti maggiori.
Un esempio dei recenti risultati ottenuti è un plancton, minuscolo come un granello di sabbia e responsabile del 25-50% del carbonio che gli oceani assorbono, che è influenzato dalla crescente acidificazione degli oceani. Questo minuscolo plancton ha un ruolo importante nel mantenere le concentrazioni di anidride carbonica atmosferica (CO2) a livelli molto più bassi di quanto normalmente sarebbero, altrimenti effetti così grandi su di loro potrebbero essere molto gravi.
Altri problemi connessi, riportati dalla Inter Press Service, includono più zone oceaniche morte (aree in cui c’è troppo poco ossigeno nel mare per sostenere la vita) e il declino di importanti piante costiere e foreste, come le foreste di mangrovie che svolgono un ruolo importante nell’assorbimento del carbonio. Questo tema è in cima al problema della biodiversità oceanica già in declino ormai da decenni.