È stato presentato ieri, 25 maggio 20110, a Roma presso l’Auditorium ISPRA, il consueto rapporto annuale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che descrive la situazione ambientale dell’Italia nel 2009. A presiedere il Presidente dell’ISPRA, prof. Bernardo De Bernardinis che, insieme al Direttore Generale dell’ISPRA, dott. Stefano Laporta, al Direttore Generale MATTM, dott. Mariano Grillo, e ai rappresentanti istituzionali delle Regioni e delle ARPA-APPA (Agenzie Regionali e delle Province Autonome per la Protezione dell’Ambiente), ha descritto i dati dell’Annuario. Ormai giunto alla sua nona edizione, questo lavoro si consolida come la più ampia e organica collezione di dati ambientali disponibile in Italia, continuando a perseguire quello scopo di raccolta e diffusione delle informazione relative allo stato ambientale italiano che porta avanti sin dall’inizio.
Ma vediamo più in dettaglio cosa ha rilevato l’Ispra. Per quanto riguarda la “salute” dell’atmosfera i dati del 2009 non sono molto incoraggianti infatti in Italia, il 45% delle stazioni di monitoraggio delle polveri sottili ha superato il valore limite giornaliero. Ad essere più inquinate sono le grandi città dell’area padana. Mentre sono ancora troppo poche le notizie sui PM2,5, (dalle dimensioni così piccole da penetrare in profondità nel sistema respiratorio) per poter fornire dati che siano rappresentativi dell’intero territorio nazionale. Sebbene, da quanto rilevato dalla maggior parte delle stazioni, pare sia stato rispettato comunque il valore limite di 25 ?g/m3, che dal 2015 per legge sarà il valore limite.
Il capitolo “gas serra” invece riporta un abbassamento del 9,3% delle emissioni rispetto all’anno precedente, anche se causa è la crisi economico-finanziarie che ha colpito molti settori industriali italiani e gli impegni sottoscritti col Protocollo di Kyoto siano ancora lontani dall’essere portati a compimento.
Il rapporto sottolinea anche la forte connessione esistente tra patrimonio naturale e cambiamenti climatici. Il 2009 è stato il diciottesimo anno consecutivo con anomalia termica positiva. In particolare, il numero di giorni estivi ha superato la media climatologica del 24% circa e il numero di notti tropicali estive del 75% circa. L’Italia, che è uno dei Paesi più vulnerabili in Europa, registra la riduzione delle riserve nivo-glaciali dell’arco alpino e il conseguente calo della disponibilità idrica; inoltre analogamente ai tre anni che lo hanno preceduto, il 2009 è stato un anno sensibilmente più caldo della norma con un’anomalia media di + 1,19 °C.”
Migliora la situazione dei boschi: in aumento la superficie forestale grazie all’espansione naturale del bosco e alle attività di afforestazione e di riforestazione, in linea con un trend registrato da diversi anni. In calo, inoltre, il numero di incendi che sono la principale fonte di disturbo del patrimonio forestale italiano e che, nel 2009, hanno mandato in fumo circa 31.000 ettari di boschi. Peggiorano invece i dati relativi alle frane che mettono in pericolo vite e attività umane. Sono 5.708 (pari al 70,5% del totale) i comuni italiani interessati da cedimenti e smottamenti. Di questi, 2.940 sono classificati con livello di attenzione molto elevato, 1.732 con livello elevato e 1.036 con livello medio.