Secondo gli attivisti di alcune ONG che seguono i negoziati dell’ONU sul clima attualmente in corso a Bangkok, i bisogni e i ruoli delle donne sono un argomento piuttosto trascurato nel corso delle discussioni, nonostante le donne siano particolarmente vulnerabili agli impatti dei disastri naturali e ad eventi climatici estremi.
Come spiega Anne Maina della Pan African Climate Justice Alliance (PACJA), nei disastri causati dai cambiamenti climatici sono i poveri quelli che soffrono principalmente e la maggioranza di loro sono donne. Se si confronta la situazione tra uomini e donne, queste ultime sono in una posizione di svantaggio poiché hanno un accesso limitato alle risorse, all’apertura di una linea di credito, non hanno diritto alle terre e non dispongono di alcuna garanzia.
Tali squilibri nei rapporti sociali – in aggiunta ad una posizione di subordinazione in cui si trovano le donne, anche escluse dal processo decisionale e con scarse possibilità di movimento – le rendono più vulnerabili e deboli in caso di calamità naturali.
Gli esperti dicono che esiste una forte correlazione tra l’emancipazione delle donne nella loro vita quotidiana e il loro tasso di sopravvivenza in caso di catastrofi. Gli studi dimostrano che per le donne la probabilità di morire in calamità naturali è fino a 14 volte maggiore rispetto a quella degli uomini. Ad esempio, secondo la Women’s Environment and Development Organisation (WEDO), dal 70 all’ 80 per cento dei morti dello tsunami del 2004 erano donne.
Le donne, e i bambini di cui si prendono cura, sono particolarmente suscettibili alle malattie provenienti dagli insetti e dall’acqua, come la malaria e la diarrea, che si prevede cresceranno all’aumentare delle temperature associate ai cambiamenti climatici. Le donne sono anche i principali produttori di cibo in alcune parti del mondo, provvedono infatti al 70% del lavoro agricolo in Africa sub-sahariana. Secondo gli esperti, le piogge irregolari, il peggioramento della siccità e le temperature in aumento renderanno più complicato in molte regioni produrre cibo a sufficienza.
Anche la semplice raccolta dell’acqua, che nelle zone rurali dell’Africa e dell’Asia è compito delle donne, dovrebbe diventare più difficile in molti luoghi. Allo scarseggiare delle risorse, le donne spesso devono passare più tempo a cercarle e spostarsi quindi lontano da casa, mettendo così anche a rischio la loro sicurezza.. Tutti queste incombenze lasciano loro meno energia per altre attività e ciò conduce le ragazze a ritirarsi dalla scuola per aiutare le loro madri.
Secondo Maina, il ruolo delle donne e le loro esigenze finora non sono stati sufficientemente presi in considerazione nelle discussioni sul modo di affrontare il cambiamento climatico e si teme che la traiettoria attuale dei colloqui potrebbe portare ad un peggioramento del fenomeno descritto.