L’India ostacola il passaggio dei cambiamenti climatici al Consiglio di Sicurezza ONU

Dopo il crescente ronzio sulle questioni climatiche, l’India ha ostacolato l’ultimo tentativo delle nazioni ricche di discutere i cambiamenti climatici al di fuori della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) e dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Stati Uniti e nazioni europee volevano che la questione dei cambiamenti climatici fosse discussa al Consiglio di Sicurezza dell’ONU dicendo che il surriscaldamento globale può costituire un pericolo per la pace e per la sicurezza internazionale.

Essi hanno citato l’esempio dei piccole stati insulari, che affrontano il pericolo della sommersione, come motivo per discutere sui Cambiamenti Climatici al Consiglio di sicurezza dell’ONU. Questi paesi sono del parere che tali eventi estremi possono causare enorme migrazione alimentando anche problemi relativi alla sicurezza.

Sebbene l’India ha dovuto affrontare problemi simili a causa dei flussi migratori provenienti dal Bangladesh, l’inviato delle Nazioni Unite in India Hardeep Puri ha detto queste tematiche necessitano di un approccio più ampio radicato nello sviluppo, nella capacità di adattamento e nella costruzione istituzionale.

“Le missioni di peacekeeping, l’uso della forza e le sanzioni che il Consiglio di Sicurezza può autorizzare, non si adattano ai problemi del cambiamento climatico”, ha detto Hardeep Puri all’inizio di questa settimana. L’India ha il supporto di Cina, Russia, Brasile e Sud Africa, i quali ritengono che i cambiamenti climatici debbano rimanere al centro del lavoro della UNFCCC, piuttosto che passare al Consiglio di Sicurezza ONU.

Il ministro dell’Ambiente indiano, Jayanthi Natarajan, in una recente riunione con i negoziatori del clima degli Stati Uniti ha chiarito che per l’India non é accettabile acconsentire ai tagli delle emissioni e che qualsiasi trattato sul clima dovrebbe essere basato sui principi di “equità” e del diritto allo sviluppo sostenibile.