L’ONU crea un comitato consultivo sulla biodiversità

Il progetto delle Nazioni Unite di istituire un comitato consultivo sulla biodiversità sullo stesso modello dell’Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC) è a buon punto. Questo comitato dovrebbe occuparsi di studiare le cause e le conseguenze dei cambiamenti che le azioni umane  causano sugli ecosistemi, e di supportare, tramite consigli pratici basati su conoscenze scientifiche, le  politiche attuabili affinché si possa gestire meglio il cambiamento  sulla biodiversità.

L’appuntamento per discutere la creazione dell’Intergovernmental Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES) è per la prossima settimana a Nairobi, in sede UNEP (il Programma della Nazioni Unite per l’ambiente).

Ovviamente, dinanzi all’iniziativa anche alcuni eminenti studiosi hanno proposto le loro idee in merito alla funzione che il nuovo organo dovrebbe svolgere; infatti, secondo il parere che alcuni scienziati hanno espresso su Science, prevedere i cambiamenti ambientali basati su una varietà di scenari futuri possibili, ricalcando il modus operandi dell’IPCC, non sarebbe sufficiente. Come affermato da Charles Perrings dell’Università dell’Arizona, ci si dovrebbe chiedere cosa vogliono i governi e quali sono le opzioni a loro disposizione. Questo perché soltanto conoscendo le probabili conseguenze delle varie alternative politiche,  si potrà scegliere la migliore strategia d’azione. La soluzione più adeguata sarebbe una maggiore integrazione tra i diversi elementi che danno vita al rapporto tra scienza e politica, ovvero: ricerca, monitoraggio, valutazione e processo decisionale.

Come ricorda il Professor Perrings “Potrebbe non risultare scontato, ma la biodiversità difende e sostiene i posti dove vivono le persone, cosa fanno, cosa possono coltivare, la loro sicurezza e i virus e i batteri a cui  sono esposti”. Quindi, dal momento che  le decisioni adottate oggi, che potrebbero cambiare la biosfera, avranno molto effetto sul benessere dell’umanità, devono basarsi fortemente sulla scienza. Per fronteggiare i rischi globali scienza e politica devono lavorare sempre più a stretto contatto.

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