Sea Shepherd blocca la caccia alle balene del Giappone

Ieri tutti i mezzi di comunicazione di massa, dalle testate giornalistiche alle radio fino alla TV, hanno diffuso una notizia  che rappresenta un vero successo per la protezione della biodiversità negli habitat marini: l’Agenzia della pesca nipponica ha annunciato la sospensione dell’attività di caccia delle balene nell’oceano Antartico.

Come ogni anno, il Giappone aveva avviato il suo programma di caccia ai cetacei con l’intenzione di catturare, entro fine marzo, ben 850 balene. Ma badate bene, si tratta di operazioni che vengono condotte in maniera illegale da più di vent’anni! Infatti, nel 1986, la maggioranza degli Stati membri della Commissione Baleniera internazionale (IWC) – il cui mandato include la gestione della caccia alle balene e la conservazione della specie in questione – ha approvato la moratoria che mette al bando la caccia delle balene per fini commerciali. Tra gli Stati da sempre contrari al divieto,oltre alla Norvegia e all’Islanda, vi è appunto il Giappone, che continua la sua attività di pesca illegalmente  giustificandola con “scopi di ricerca scientifica”.

A contrastare le baleniere nipponiche ci pensa ormai da anni l’organizzazione Sea Shepherd tramite la campagna “No Compromise”, che lo scorso dicembre 2010 ha visto avviata la sua settima missione. Gli attivisti, a bordo dell’intercettore superveloce “Godzilla” (le altre due navi che compongono la flotta sono la “Bob Barker” e la “Steve Irwin”), hanno intercettato e raggiunto le navi giapponesi, con lo scopo di cacciarle una volta per tutta dai mari antartici e,quindi, porre fine a questo massacro di cetacei. Alla fine le pressioni di Sea Shepherd si sono rivelate efficaci e il successo di ieri si percepiva già dalle parole del Capitano della Bob Barker, Alex Corneliss, che l’11 febbraio affermava che le navi giapponesi si muovessero in maniera irrazionale, consumando grandi quantità di carburante.

Pochi giorni dopo questo comunicato un funzionario giapponese addetto alla gestione della pesca delle balene, ha annunciato che la nave Nisshin Maru, che ha subito alcune iniziative di disturbo da parte di Sea Shepherd, ha sospeso le proprie attività il 10 febbraio per ragioni di sicurezza. Probabilmente il governo richiamerà la flotta prima di marzo per evitare “scontri o mettere  a rischio la loro sicurezza e quella degli attivisti”.

Grazie alla Campagna Antartica per la difesa delle balene condotta nei sei anni precedenti, la Sea Shepherd ha denunciato l’attività giapponese in violazione della moratoria che vieta la caccia alle balene salvandone ben 1900 esemplari. Nell’avviare l’azione per il 2010-2011, l’organizzazione si augurava che questa settima stagione di lotta contro il Giappone potesse essere anche l’ultima. Pare proprio che sarà così!

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