Il prossimo 3 giugno torna “Voler bene all’Italia”, l’iniziativa organizzata da Legambiente insieme a un vasto comitato promotore che tiene insieme oltre 50 sigle di realtà territoriali, che è volta a celebrare i piccoli comuni italiani e che dal 2011 ha ricevuto anche l’Adesione del Presidente della Repubblica .
Lo scopo di questa festa è celebrare i migliaia di piccoli borghi sparsi lungo tutta la Penisola, riconoscere l’importanza di valorizzare e celebrare le risorse dei nostri borghi, i tesori e i talenti nascosti, insieme alla loro capacità d’innovazione e di sviluppo. I piccoli comuni – roccaforti d’identità e saperi, nonché custodi del nostro patrimonio storico-artistico, naturale ed enogastronomico – sono infatti sempre più spesso anche i luoghi di sperimentazione delle buone pratiche più innovative in fatto di energia, economia verde e riciclo dei rifiuti.
Durante la conferenza stampa che il 28 Magggio a Roms ha presentato l’niziativa, ormai giunta alla nona edizione, Legambiente e Anci hanno lanciato un appello – cui hanno già aderito oltre 1000 piccoli comuni – al presidente del Consiglio Mario Monti chiedendo di aprire un confronto per evitare gli effetti più deleteri della manovra varata nell’estate del 2011. Questa prevede una riorganizzazione delle entità comunali in base ad astratti criteri numerici, slegati da qualunque riferimento alle caratteristiche territoriali ed alle esperienze già acquisite. Senza il presidio territoriale garantito da queste comunità la nostra Penisola sarebbe meno sicura, il patrimonio storico artistico più a rischio, il Paese meno coeso e ricco di identità e memoria storica, la nostra democrazia più debole.
Domenica 3 giugno sarà quindi un’occasione di festa ma anche di riflessione sul futuro dei piccoli borghi. Più di mille municipi organizzeranno festeggiamenti di piazza e spalancheranno le loro porte ai visitatori per far comprendere il valore e la forza delle piccole comunità locali. Allo stesso tempoperò, si accenderanno i riflettori, oltre che sui punti di forza anche sulla vulnerabilità del territorio italiano. Il dissesto idrogeologico resta, infatti, una problematica grave che, anche alla luce delle drammatiche alluvioni che hanno colpito di recente la Liguria e la Toscana (ottobre 2011, Lunigiana, Val di Vara e Cinque terre) e prima ancora la Sicilia (Giampilieri ottobre 2009, e messinese novembre 2011), si conferma un’urgente priorità.
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